Da due anni abbiamo un giardino. Per me all’inizio esso costituiva una vera e propria minaccia. Una sorta di mancanza attorno alla presenza. Oggi rappresenta invece un piacere. Mai avrei pensato che questo pezzetto di terra bisognoso potesse influenzare la mia arte. I denti di leone hanno qualcosa di affascinante. La fioritura e la sfioritura sono immediatamente prossime. La loro fioritura mi rimanda pieno di speranza all’attesa di una primavera ventura. I tronchi sospesi e meravigliosi che fanno da paracadute ai propri soffioni mi invitavano da piccolo a sognare. Tuttavia, i denti di leone sono anche tenaci. Non hanno paura di asfalto o calcestruzzo.
Durante la mia infanzia li disegnavo spesso.
Anche le api amano queste piante curiose. Per non parlare poi di quello che i denti di leone possono fare. Il succo del gambo è adatto per combattere le verruche e alleviare i dolori delle punture degli insetti.
Le sue radici sono deliziose come il tè. Per alcuni è solo erbaccia e quindi deve essere rimossa. La domanda è: meglio mangiare cosciotti chimici oppure estrarre le sue profonde radici? Alcuni vedendo i denti di leone pensano alla ❯ grossa zolla di terra di Albrecht Dürer. Io i denti di leone me li immagino dentro un’insalata. Nelle sue foglie si nasconde la vitamina C e la provitamina A.
Da non dimenticare: I suoi steli si possono suonare. Ora si è qualcosa di meglio di una trombetta.
Mentre dipingevo ascoltavo i racconti di Wolfgang Borchert: Die Hundeblume.