Vidi per la prima volta Ruth Rupp nel 2004, sul palco del teatro St. Pauli, recitare nell’ opera “da tre soldi” con Ulrich Tukur nel ruolo di Mackie Messer. Secondo un’idea di Katharina John, Ruth Rupp recitava nella scena finale la parte di una vecchia prostituta e di conseguenza raccoglieva i pericolosi applausi dell’ultimo atto. La metà del pubblico piangeva dalla commozione. Confesso che lo feci anch’io ed in seguito mi promisi di parlare con lei se mai un giorno avessi avuto l’occasione di incontrarla.
Sei anni dopo, nel teatro St. Pauli di Amburgo, camminando con un bicchiere in mano sentii una voce femminile chiamarmi. Mi girai di scatto. “Maledizione! Ora mi rovescia uno di questi tipi di vino rosso sul décolleté solo perché sono piccola” deve aver pensato chi mi chiamava. Il mio bicchiere si fermò inclinato a soli pochi millimetri da lei, abbassai lo sguardo e vidi Ruth, una donna alta un metro e quarantaquattro centimetri. Ci sedemmo nel teatro vuoto a fare quattro chiacchiere per lungo tempo mentre gli altri della compagnia festeggiavano al bar l’inaugurazione della nuova stagione teatrale. Ci accordammo per un ritratto e Ruth mi disse: “Se è già da 6 anni che mi stai cercando, allora dobbiamo fare questo ritratto adesso”.
Alcune settimane dopo lei si trovava seduta nel mio atelier di Blankenese, vicino ad Amburgo. Ruth adesso ha 85 anni. Dopo aver preso cura della madre malata per 8 lunghi anni, Ruth scoprì a 77 anni il mondo del teatro e si interessò anche al mondo del cinema.
Prima della guerra studiò musica e canto. Quando era ragazzina, durante la seconda guerra mondiale, era addetta all’artiglieria contraerea. Inimmaginabile. Anni più tardi fece la tata a Blankenese.
Attraverso il mio ritratto che si può trovare su Google, alcune ragazzine a cui faceva da tata, 49 anni dopo riuscirono a riconoscerla. Dicevano: “Questa è Ruth! la mia vecchia tata”. Altre mi raccontavano: “Ora ci incontriamo di tanto in tanto e siamo diventate amiche per la seconda volta”.
Anche per questo l’arte del dipingere non è mai senza senso. ❯ Storia della nascita del quadro.